Stroppolatini, Schioppettino.
Ci sono due elementi che hanno attirato la nostra attenzione su questa etichetta: il cognome del produttore “Stroppolatini” e il colore di fondo del packaging. Due elementi insoliti, e per questo in grado di generare attenzione e curiosità. Uno non voluto, il cognome del produttore, che si poteva certo evitare mettendo al suo posto un nome aziendale di fantasia. L’altro elemento è voluto, il colore, così come tutti gli altri elementi che compongono il design. “Stroppolatini” incuriosisce ma è molto difficile da leggere e da memorizzare. Il colore rosa, invece, è molto raro nel packaging del vino e quindi porta una connotazione orginale. E poi c’è anche un terzo elemento interessante: il sole “buffante” al centro dell’etichetta. Una scultura antica ripresa fotograficamente e riproposta nel design. Simpatica, evocativa, concettualmente valida (il sole, il vento, gli elementi della natura). Peccato per la resa tipografica e cromatica: una migliore soluzione sarebbe quella di scontornare l’immagine e renderla più vivida. Per il resto l’etichetta presenta elementi centrati, ordinati, con caratteri di scrittura eleganti e misurati. Realizzato male il logo (un classico stemma) sopra al cognome aziendale: troppo piccolo e poco dettagliato, cioè troppo complesso per essere intercettato visivamente in modo efficace.