Un vino in una veste particolare, in quanto composto da Croatina, Moradella, Vespolina e Barbera, e per quella livrea elegante con la quale si presenta al mondo. Il nome è “Il Barocco”, e andiamo subito a scoprire cosa c’è dietro questa accezione storico-culturale: la parola barocco che indica un movimento ideologico nato in Italia verso la fine del XVI secolo, deriva da una parte dal francese “baroque”, simile al portoghese “barroco” e allo spagnolo “barrueco”, nel significato di “perla di forma irregolare” (in italiano “scaramazza”) e d’altro canto viene utilizzata in senso estetico per indicare qualcosa di innovativo in quanto bizzarro. Rimane in ogni caso la sua origine come termine derisorio e quindi negativo. Musica, arte o cultura barocca, fatto sta che ci ritroviamo un’etichetta con una texture, appunto, barocca. Cioè quello sfondo blu carta da zucchero (la carta da zucchero veniva utilizzata per impacchettare lo zucchero venduto al dettaglio in quanto in grado di generare, per contrasto ottico, un effetto di "sbiancamento" quando il prodotto era poco raffinato e quindi di colore giallastro) con quei ricami che fanno un po’ carta da parati. Originale, in alto, l’annata scritta in verticale (ma poco leggibile). Lineari, ordinate e preziose (in oro) le scritte del nome del vino e del nome dell’azienda, alla base. Nel complesso si tratta di un’etichetta elegante, che stimola sensazioni arcaiche, artistiche, religiose e culturali che male non fanno anche a un vino dai vitigni non troppo nobili.