Egesta, Grillo, Aldo Viola.
Tra le etichette più semplici sulla faccia della terra, annoveriamo questa, relativa a un vino “orange”, frutto dell’ispirazione e del lavoro del produttore Aldo Viola. Il territorio è quello siciliano, nei pressi di Alcamo, dove regna libero e felice il Grillo (anche quello che canta in estate, ma qui si tratta del vitigno). L’azienda vinicola opera in regime biologico purista naturalista estremo. Ma torniamo all’etichetta. Su fondo chiaro, in alto leggiamo il nome del vino, Egesta. Si tratta di un personaggio femminile della mitologia greca, vi risparmiamo la storia completa, molto intricata, stile telenovelas argentina ma di più. Salvo il fatto che in un certo modo la faccenda riguarda anche la fondazione della città di Segesta (sede ancora oggi del noto tempio greco). Al centro dell’etichetta vediamo in piccolo il nome del già citato vitigno autoctono siciliano. Alla base il logo aziendale formato da due divinità gemellari con le iniziali A e V, che stanno per Aldo Viola, nome ripetuto alla base dell’etichetta, all’esterno della spartana cornice che racchiude il tutto (quel poco che c’è, insomma). I grandi spazi “puliti” nel design non sono negativi, anzi. Lasciano agio e visibilità agli elementi grafici che vengono collocati nell’elaborato. Certo che qui siamo di fronte a un minimalismo forse esagerato. Diciamo che se in questo modo il produttore intende esprimere la naturalità del prodotto, con pochi e semplici elementi anche in etichetta, possiamo comprendere.