Il "caso" di questo vino (a sinistra) è interessante. Si tratta già in partenza di qualcosa di particolare, tanto è raro trovare il vitigno Cococciola in purezza. Un autoctono che in pochi hanno riscoperto e valorizzato. Questo produttore abruzzese l'ha fatto. E non si è limitato a questo: ha cercato e trovato un nome "sfaccettato" come un diamante, che "Brilla". Il riferimento è certamente al colore rilucente del vino e ai riflessi di luce dei suoi flutti. La sensazione è di chiara lucentezza, quindi di freschezza. Insomma un vino "scattante" e dinamico. Non può sfuggire ai più attenti anche un secondo significato di questo nome, e comunque non sfuggirà all'inconscio di ognuno: "Brilla" nel senso di "Ebbra", dolcemente inebriata, riferito alla Cococciola stessa, forse in quanto inebriante, oppure in considerazione di qualche gentile fanciulla che potrebbe pensare di servirsi generosamente del nettare agrumato. Un vino che brilla, quindi, e che "fa brillare" chi lo mesce. Nulla da segnalare, invece, per il design dell'etichetta, abbastanza "normalizzato". Sono invece da notare alcuni altri nomi di vini di questo produttore, come Santinumi e Trinità (Montepulciano d'Abruzzo), Diamine (Pecorino), Santità (Passito). Una ricerca volta a proporre originalità con un pizzico di sorridente ammiccamento.