Quartara, Fiano dei Colli di Salerno, Lunarossa.
Il nome di questo vino nasce da evidenze territoriali storiche, cioè da strumenti di lavoro che vengono trasmessi da generazione in generazione, "all'uso dei luoghi". L'Azienda Lunarossa, nel proprio sito web, racconta una storia che unisce la pratica alla tradizione, spiegando aspetti interessanti della produzione. Ecco il testo: "La fermentazione delle uve avviene all’interno di otri di terracotta (quartare) interrate nella bottaia della cantina.
Si approfitta così del naturale controllo della temperatura e della vicinanza con le forze naturali che d’inverno sembrano ricoverarsi nel sottosuolo. Le quartare da circa 250 litri vengono riempite con uva diraspata e, una volta partita la fermentazione naturale, richiuse con coperchi di terracotta che permettono la fuoriuscita dell’anidride carbonica fermentativa." La "Quartara", il nome del vino, proviene quindi dal processo che porta il vino stesso in bottiglia, quindi sulla tavola di clienti e degustatori. "Quartara" sembra essere comunque un termine semi-dialettale (o di tale derivazione). Curioso osservare che Treccani fornisce un'altra definizione: "Quartara s. f. [der. di quarto]. Antica unità di misura di capacità per il vino, usata in Italia prima dell’adozione del sistema metrico decimale: valeva in Sardegna 4,48 litri, in Sicilia 17,19 litri". Insomma l'Italia delle tante regioni e delle mille tradizioni è un grande serbatoio di vino, idee, parole, emozioni.