Cherubini e Storie Spumeggianti

packaging grafica immagine comunicazione branding
Riserva Coppo, Spumante Classico, Cantine Coppo.

I francesi hanno "scoperto" le bollicine (sembra non esserci dubbio, anche se qualcuno in Italia reclama anche questo primato) e i piemontesi le hanno portate al di qua della alpi. Con buona pace della Franciacorta, è Canelli, importante centro vinicolo della provincia di Asti, che può vantare la "spumatizzazione storica" del vino, in Italia. Tra l'altro il 22 giugno 2014, Canelli e l'Asti Spumante sono stati proclamati Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Tra i "player" di antica memoria e ancora attuali dello spumante "alla francese", hanno voce in capitolo le Cantine Coppo, con un percorso generazionale e aziendale da Case History. Quello che ha attirato la nostra attenzione è in questo caso la dinamica creativa del logo che ancora oggi distingue le etichette Coppo: un cherubino che, con fare ardimentoso e giocoso, tenta di "frenare" l'onda spumeggiante che fuoriesce da una bottiglia.
scultura arte cherubino bollicine
Cantine Coppo, nel sito web scrive: "Alla ricerca di un simbolo che potesse rappresentare la sua visione produttiva, Piero Coppo, grande appassionato di arte, commissionò negli anni ’20 la realizzazione di una scultura lignea ad un artista bergamasco di nome Giacomo Manzoni che realizzò un putto colto nel tentativo di trattenere l’effervescenza sprigionata da una bottiglia di spumante. Un amorino, un fanciullo alato e nudo, munito di faretra e freccia che nell’iconografia artistico-mitologica simboleggia l’amore e la passione. Ai suoi piedi è inciso il motto della famiglia: 'Robur et Salus', forza e salute." Oggi il logo che appare all'apice delle etichette dei vini Coppo è una riproduzione di quell'opera artistica. Siamo qui di fronte a etichette molto classiche, senza guizzi artistici particolari, come design (i nomi di alcuni vini Coppo, invece, sono interessanti dal punto di vista creativo, come "l'Avvocata", "Camp' du Rouss", "Pomorosso", "Costebianche", che analizzeremo in seguito). L'iconografia dell'angioletto che cerca di trattenere il tappo dello spumante è quindi la bella idea che distingue le etichette Coppo, da sottolineare e da apprezzare per la sua originalità. Certamente fuori dagli schemi rispetto a soluzioni più scontate come stemmi o cartigli con iniziali o ghirigori storici senza concetto che spesso campeggiano sulle italiche etichette. Bello anche il motto "Robur et Salus", che porta con sé, allo stesso tempo, sintesi semantica e buoni auspici.