Che questo vino abbia intezione di "portare in paradiso" non ci sono dubbi. Ci sono anche un paio di ali d'angelo in evidenza sull'etichetta. Si spera solo che ciò avvenga in modo virtuale, diciamo così, onirico. Ma veniamo ai fatti, cioè a ciò che si vede, a ciò che un "normale" avventore potrebbe percepire. Etichetta nera, particolari in oro e bianco. Siamo o no nei codici-colore da pompe funebri di un tempo? Ma anche oggi che si sono modernizzate, nelle funerarie bardature, il nero e l'oro sono sempre in agguato. A parte questo, il nome "Paradiso", in Italia almeno, più che una condizione estatica potrebbe evocare uno stato post-vitam che allude a una delle note tre dimensioni dantesche: fortunamente si tratta di quella più confortevole. Il "tocco fatale", comunque, a nostro modesto avviso, sono le ali d'angelo. Scattano ricordi di catechismo, e anche del celebre, bellissimo film "Il Cielo Sopra Berlino" di Wenders, e ancora di opere celestiali del medioevo. Magari non farà a tutti questo effetto, gli amanti del "noir" inteso come thriller potrebbero avere qualche brivido di emozione. A noi sono venuti, i brividi, in senso negativo. A questo punto è molto meglio un infuocato Inferno valtellinese che un Paradiso del Monferrato, così prospettato.