D'accordo, è una "Party Edition" ma questo rosé, che a ragion veduta (si parla della confezione) potrebbe sembrare uno shampoo o un profumo, o uno smalto per unghie, ha deciso di manifestarsi in modo davvero estroverso, attraverso una insolita bottiglia "total pink". C'è del buono però. Ad esempio il nome. Furbo, certo, nel senso che togliendo l'apostrofo da "l'Intrigo", si è resa la parola registrabile sia dal punto di vista dell'ufficio brevetti, sia dal punto di vista mentale, cioè della percezione comunicativa. Un intrigo che diventa appunto "Lintrigo", guadagna originalità pur mantenendo il suo significato morbosamente festaiolo. E poi l'illustrazione di quella L grande, iniziale del nome, delicatamente al tratto, con una rappresentazione del mondo vegetale che riporta alla coltivazione della vite e alla natura (riproposta anche, ci sembra, sul cartiglio del collo della bottiglia). Elegante l'impaginazione e la scelta dei "pesi" dei vari elementi proposti in etichetta. Elementi non eccessivi, proporzionati, senza eccessi. L'unico dubbio, tornando all'inizio di questo post, è per il look "superpink" della confezione: una caduta di stile che vorrebbe forse sostenere il contrario. Ma molto probabilmente il target di riferimento ne risulterà gratificato. A lato a destra, in alto, la versione Prêt-à-porter della bottiglietta "da single", non meno stilish della classica da 0,750.