Barolo, Cantina Tomaso Gianolio.
C'è sostanzialmente della cultura contadina nelle illustrazioni del Maestro Gianni Gallo (scomparso nel 2011). Originario di Dogliani e noto per aver fornito la parte visiva delle bottiglie di alcuni tra i più celebrati produttori di Langa, l'illustratore prediligeva soggetti riguardanti la natura e il lavoro nei campi. Ma soprattutto era un vero artista, di quelli che non operano per denaro ma per passione. Molto spesso infatti questo bravo pittore disegnava per amicizia, ricevendo in cambio qualche bottiglia di vino o qualche conviviale pranzo. È stato anche in questo caso per amicizia che Gianni Gallo ha disegnato le etichette per questa piccola azienda di Fossano, la Cantina Tomaso Gianolio. Tutti soggetti "di lavoro": particolare quello relativo al Barolo dove un agricoltore si riposa nel campo bevendo da un otre. Un tocco di ironia ha consentito all'artista di raffigurare il soggetto con un piede nudo, come se avesse perso uno scarponcino, o forse volutamente scalzato per godere maggiormente di un attimo di relax. Questa immagine è quella che è stata scelta dai fratelli Gianolio per rappresentare l'azienda stessa. Nella gamma dei vini del produttore, troviamo altri soggetti "di campagna" come quello del Nebbiolo d'Alba dove un corpulento contadino sta vangando un terreno. Sempre molto colorati, attenzionali, con uno stile "casereccio" ma originale: lo stile che ha sempre contraddistinto queste illustrazioni nei vari soggetti, annate e produttori vari in cui si sono susseguite. Un omaggio quindi a Gianni Gallo per la sua valente e onesta attività pittorica.
Per quanto riguarda il packaging, in particolare di queste etichette, si riscontra l'assenza di un nome per i vini (ma questo diciamo che non è un problema, almeno fino a un certo livello di produzione e di ampiezza della gamma proposta) e un design abbastanza approssimativo con le scritte di legge tutte riunite in basso a discapito della leggibilità e dell'eleganza generale dell'etichetta. L'illustrazione centrale, come abbiamo detto, molto colorata, "fa il proprio gioco". Ma per un'etichetta equilibrata e comunicativa potrebbe non bastare, nonostante l'indiscutibile estro dell'artista che ha curato le illustrazioni. E il vino? Oltre al Barolo e agli altri rossi dell'azienda, abbiamo assaggiato l'Arneis e l'ultimo nato, un Metodo Classico 36 Mesi tagliente e "verticale". Insomma il Piemonte conferma che spesso dove si trovano piccole e accurate produzioni la qualità non manca!
Per quanto riguarda il packaging, in particolare di queste etichette, si riscontra l'assenza di un nome per i vini (ma questo diciamo che non è un problema, almeno fino a un certo livello di produzione e di ampiezza della gamma proposta) e un design abbastanza approssimativo con le scritte di legge tutte riunite in basso a discapito della leggibilità e dell'eleganza generale dell'etichetta. L'illustrazione centrale, come abbiamo detto, molto colorata, "fa il proprio gioco". Ma per un'etichetta equilibrata e comunicativa potrebbe non bastare, nonostante l'indiscutibile estro dell'artista che ha curato le illustrazioni. E il vino? Oltre al Barolo e agli altri rossi dell'azienda, abbiamo assaggiato l'Arneis e l'ultimo nato, un Metodo Classico 36 Mesi tagliente e "verticale". Insomma il Piemonte conferma che spesso dove si trovano piccole e accurate produzioni la qualità non manca!