Moròpio, Amarone Classico, Antolini.
Se non fosse per quella frase di Thomas Mann riportata sul fronte dell'etichetta, il nostro giudizio sul packaging complessivo di questo Amarone sarebbe totalmente critico. Vediamo perché. Innanzitutto il lato positivo: la frase in questione che purtroppo si ritrova defilata in basso: "Grazie all’arte di coltivare e pigiare l’uva, gli uomini uscirono dallo stato di barbarie e divennero civili". Una grande e bella verità. Come già detto è del celebre scrittore tedesco nato a Lubecca nel 1875. E adesso le negatività (a nostro modesto e soggettivo parere): il marchio dell'azienda in alto a sinistra, Antolini, proposto come se fosse specchiato, cioè raddoppiato graficamente con un effetto che probabilmente confonde più che guadagnare memorabilità. Poi il tono cromatico generale dell'etichetta, l'azzurro, che per un Amarone (e per qualsiasi vino, soprattutto per i rossi) ci sta come i cavoli a merenda (riprendendo un noto detto popolare). Il nome del vino: "Moròpio" che il produttore spiega essere il nome storico del vigneto di coltivazione delle uve. Questo non evita il fatto che non siamo di fronte a un bel nome, foneticamente e semanticamente parlando, cioè per pronuncia e significato (scritto, tra l'altro, con un carattere e un colore poco leggibili). Il design complessivo dell'etichetta: quasi infantile, con dei tracciati stile pastello, che tagliano, diciamo pure rompono, la continuità dello spazio comunicativo. Il tutto non valorizza affatto il prodotto. Anzi.