È capitato spesso che in questo blog sia stato elogiato il design di etichette estremamente semplici, lineari, spaziose, essenziali. Nel meno c'è il più, si dice, e chi sa armeggiare con la semplicità, vince in attenzionalità e in memorabilità. Certo che ci sono dei limiti. Semplicità non vuol dire "semplicismo". Ed ecco un esempio che getta nell'area del dubbio: questa etichetta sicuramente è molto semplice, ci sono due parole su sfondo scuro, contornate con una cornice arancione. Ora, il nero e l'arancione sono molto "ottici", richiamano l'occhio. Però non ci sentiamo di spendere parole di merito in questo caso. Fin troppo facile la soluzione. Il carattere di scrittura è un graziato, abbastanza "ricercato", possiamo arrivare a dire elegante. Ma questo tipo di semplicità confina molto da vicino con una riduttività che non giova, non valorizza, non emerge. Ma vediamo il nome del vino: "Marolino" (pane e vino?). A parte gli scherzi, forse è derivato da Maceratino, nome del vitigno, raro a sentirsi, che in quelle zone, siamo nelle basse Marche, chiamano anche Ribona (è un Greco, infatti viene detto anche Greco Castellano). Ed ecco spiegata l'altra parola presente in etichetta, quella in arancione, Ribona. Per quanto riguarda il Maceratino, non ci si lasci confondere le idee pensando che possa riferirsi a un vino macerato, in realtà deriva dal nome della città di Macerata, capoluogo di provincia. Per il resto cosa aggiungere? Nulla, se non che il nome dell'azienda (una cooperativa agricola) è Montesanto, e su questo nome qualcosa di interessante c'è. Si scopre infatti che Montesanto è il nome medievale di Potenza Picena (sede dell'azienda vinicola in oggetto), attuale denominazione che risale al 1862. Potenza fa riferimento all'antica colonia romana di Potentia fondata nel 184 a.C. distrutta durante una guerra greco-gotica e ricostruita sotto il nome di Monte Santo, feudo del Vescovo di Fermo dal 947 d.C.