Libertà, Merlot con Syrah e Sangiovese, Tenuta i Collazzi.
Quella che vediamo qui a sinistra è un'etichetta molto classica, nei tratti, nell'impaginazione, nella sua formulazione generale. Vediamo cornici, caratteri graziati, una illustrazione d'antan. Quello che attira, oltre alla pulizia grafica e all'insolito colore turchese di alcuni particolari tra i quali il logo aziendale (dove è riportato in piccolo il medesimo concetto), è il nome del vino. Una parola che si porta dietro significati profondi e pregnanti: "Libertà". Cercando in rete notizie di questa azienda e dei suoi vini si trova, tra l'altro, questo rational: il nome di questo vino in particolare deriverebbe dal dono offerto da Firenze a 8 famiglie tra cui i proprietari di Villa Collazzi (progetto del XVI secolo, attribuito a Michelangelo) che con grande valore combatterono per la città (l'azienda ha sede a pochi chilometri dalla città gigliata). Al di là del nozionismo storico, l'analisi semantica di questa "valorosa" parola, deve far riflettere in termini filosofici ma anche pratici: provando a googolare la parola "libertà" è difficile atterrare sulla bottiglia in questione, tanto ricca di significati e di riferimenti risulta questa accezione. Vantaggi e svantaggi delle parole di senso compiuto e in particolare di quelle che hanno molto senso. In ogni caso l'etichetta risulta piacevole, valoriale, credibile.