Sapèl, Langhe Nebbiolo, Merenda Sinoira.
Le etichette di questo piccolo produttore piemontese, per ora solo due, sono caratterizzate da un grande “hashtag”, come dire? Il segno # (che è anche logo aziendale). Un segno ormai diventato simbolo di digitalizzazione, di social network, di un linguaggio da nuovo millennio. Eppure i nomi dei due vini, un Langhe Nebbiolo, semplice, che vediamo qui in alto a sinistra, e un Barbera d’Alba Superiore, sono espressione del dialetto locale (l’azienda ha sede ad Alba). I due vini si chiamano “Sapèl” e “Sèj”. Il primo viene raccontato così (con un ottimo rational, ben scritto): “Sapèl è un termine del dialetto piemontese che indica l'ingresso al vigneto, all'appezzamento di terra di proprietà. Abbiamo scelto questo nome per il nostro primo vino, in quanto per noi rappresenta l'ingresso in prima persona nel panorama enologico“.
Mentre il secondo, che vediamo qui in basso a destra viene spiegato così: “Séj”,tradotto letteralmente dal dialetto Piemontese, significa sete. Dietro la scelta di questo nome per la nostra Barbera d'Alba Superiore c'è una prerogativa della nostra filosofia aziendale, della nostra amicizia, delle nostre giornate: essere assetati vuol dire essere vivi, vuol dire essere motivati e non accontentarsi mai, cimentarsi in nuove sfide“. I titolari di questa azienda (Merenda Sinoira significa, in dialetto piemontese, “merenda serale”, insomma “tardo-pomeridiana”) sono giovani ma non vogliono certo perdere il contatto con la tradizione, ma nemmeno rimanere indietro “tecnologicamente”. Ed ecco quindi una commistione di elementi, sintetizzati in etichetta da un nome e un simbolo. L’effetto è sicuramente attenzionale anche se la sensazione è di vivere un’emozionalità “sterilizzata”, o meglio un po’ sintetica.
Mentre il secondo, che vediamo qui in basso a destra viene spiegato così: “Séj”,tradotto letteralmente dal dialetto Piemontese, significa sete. Dietro la scelta di questo nome per la nostra Barbera d'Alba Superiore c'è una prerogativa della nostra filosofia aziendale, della nostra amicizia, delle nostre giornate: essere assetati vuol dire essere vivi, vuol dire essere motivati e non accontentarsi mai, cimentarsi in nuove sfide“. I titolari di questa azienda (Merenda Sinoira significa, in dialetto piemontese, “merenda serale”, insomma “tardo-pomeridiana”) sono giovani ma non vogliono certo perdere il contatto con la tradizione, ma nemmeno rimanere indietro “tecnologicamente”. Ed ecco quindi una commistione di elementi, sintetizzati in etichetta da un nome e un simbolo. L’effetto è sicuramente attenzionale anche se la sensazione è di vivere un’emozionalità “sterilizzata”, o meglio un po’ sintetica.