Gigolò, Cacc'è Mmitte, Masseria nel Sole.
Le etichette di questo piccolo produttore che ha sede nella provincia di Foggia (4,5 ettari a Lucera) sono molto colorate e fantasiose. Fuori dagli schemi classici per delle Doc che attingono ampiamente nella tradizione locale del vino. Partiamo da questa tipologia: il Cacc'è Mmitte (proprio con due "m"). Nome che se viene letto all'estero certamente genera curiosità sulla lingua di appartenenza. Noi italiani possiamo intuire che si tratta di dialetto, però non tutti sanno che significa "togliere e mettere". Questo perché qualche decennio orsono nella zona c'era l'abitudine di affittare le attrezzature per vinificare (troppo costose per i contadini viticoltori), messe a disposizione da tenutari (con maggiori disponibilità economiche) per un periodo limitato di tempo (per dare accesso rapidamente ad altri viticoltori affittuari).
Da qui il "togliere e mettere" frenetico: togliere subito il mosto di un viticoltore e mettere nelle cisterne la pressatura di quello che attendeva il proprio turno. Per la cronaca il vino in questione è prodotto con l'unione di Bombino Bianco, Montepulciano e Uva di Troia. Tornando alle etichette abbiamo preso il Gigolò (in alto a sinistra) come esempio, anche perché il significato del nome è particolare e forse non tutti lo ricordano: dice Treccani che Gigolò "...è propriamente un ballerino, derivato dal francese giguer "saltellare". Un giovane che si fa mantenere da una donna, specialmente più anziana di lui; più genericamente uomo che si prostituisce alle donne. È frequente anche la forma foneticamente e graficamente italianizzata gigolò". Ed ecco fatto lo scalpore: il Gigolò è un "puttano", giusto per utilizzare parole chiare. Nell'immagine dell'etichetta in alto a sinistra vediamo la rappresentazione fumettosa di un Gigolò con i suoi occhiali scuri da play-boy (che dir si voglia). Tra le altre etichette molto artistiche di Masseria nel Sole (nome dell'azienda), facciamo notare che questo Gigolò fa il paio, diciamo che si accoppia bene, con Madame, anche lei molto frivola (rosato da uve Montepulciano). E per concludere, le illustrazioni presenti su queste etichette sono così presenti, attenzionali, colorate, bizzarre che occupano letteralmente tutto lo spazio e l'attenzione disponibili.
Da qui il "togliere e mettere" frenetico: togliere subito il mosto di un viticoltore e mettere nelle cisterne la pressatura di quello che attendeva il proprio turno. Per la cronaca il vino in questione è prodotto con l'unione di Bombino Bianco, Montepulciano e Uva di Troia. Tornando alle etichette abbiamo preso il Gigolò (in alto a sinistra) come esempio, anche perché il significato del nome è particolare e forse non tutti lo ricordano: dice Treccani che Gigolò "...è propriamente un ballerino, derivato dal francese giguer "saltellare". Un giovane che si fa mantenere da una donna, specialmente più anziana di lui; più genericamente uomo che si prostituisce alle donne. È frequente anche la forma foneticamente e graficamente italianizzata gigolò". Ed ecco fatto lo scalpore: il Gigolò è un "puttano", giusto per utilizzare parole chiare. Nell'immagine dell'etichetta in alto a sinistra vediamo la rappresentazione fumettosa di un Gigolò con i suoi occhiali scuri da play-boy (che dir si voglia). Tra le altre etichette molto artistiche di Masseria nel Sole (nome dell'azienda), facciamo notare che questo Gigolò fa il paio, diciamo che si accoppia bene, con Madame, anche lei molto frivola (rosato da uve Montepulciano). E per concludere, le illustrazioni presenti su queste etichette sono così presenti, attenzionali, colorate, bizzarre che occupano letteralmente tutto lo spazio e l'attenzione disponibili.