Matarocchio, Cabernet Franc, Guado al Tasso.
Il nome di questo vino deriva dal nome topografico, storico, di un podere (Matarocchi) di proprietà dell’azienda produttrice (Antinori). L’impressione è quella di un nome “contadino”, anche scanzonato, se vogliamo. Sappiamo invece che una bottiglia (una) di questa eccellenza enologica costa 350 Euro (trecentocinquanta). C’è poco da scherzare. E, oltre al nome del vino, come potrebbe essere il packaging di un vino di cosi grande valore, intrinseco e commerciale? Lo vedete qui a sinistra. Elegante, ordinato, valoriale, senza guizzi artistici. Si potrebbe anche dire: tradizionale, classico. Quindi il valore chiama sobrietà? Ci sono anche casi contrari. Ma in generale si può ben dire che i vini di “alto lignaggio” (e non parliamo di legno, anche se spesso questi vini sono “barricati”) si presentano sempre con una veste altera. Senza fronzoli, illustrazioni, allegorie o altro che possa inficiare la loro “serietà”. Diciamo bene, la loro credibilità. E probabilmente è giusto così, considerato anche che di solito questi vini sono una emanazione di aziende molto grandi, strutturate e potenti in termini commerciali. Quindi aziende che non hanno bisogno di farsi notare se non con la preziosità impressa dalle manovre di marketing. Quello che si aspetta chi paga 350 Euro per una bottiglia di vino, certamente, è qualità a tutti i livelli. Dal packaging al tappo, dal servizio clienti al vino stesso, ci mancherebbe. Il mercato ha le sue regole, il design e la creatività invece non ne dovrebbero avere.