Fufluna, Blend di Rossi, Tenuta Poggio Rosso.
Questo vino dal nome non facile da pronunciare viene dalle terre situate proprio di fronte all’Isola d’Elba. Terre di mare. Terre degli Etruschi. Infatti, la spiegazione dell’azienda che viene mostrata nel sito web attiene a questo: “Gli etruschi, popolo di mercanti ed esperti del buon vivere, furono i primi a riconoscere nel nostro territorio, le potenzialità di coltivazione della vite per la produzione di quell’ambrosia da sempre apprezzata che è il vino, per questo motivo chiamarono la loro città Fufluna da Fufluns, dio etrusco del vino e dell'ebbrezza. Poggio Rosso ha voluto che il suo vino piu giovane ed immediato, portasse l'antico nome della sua città, Populonia. Fufluna, un rosso caratterizzato da grandi profumi fruttati, fresco, vivace e beverino”. Forse proprio perché il nome non è familiare a molti, viene ripetuto graficamente sull’etichetta, con un “effetto ombra” che non semplifica la questione, anzi compromette ulteriormente la leggibilità. Aggiungiamo che se non spiegato, se non culturalmente assimilato, questo “Fufluna” potrebbe essere interpretato come “Fuf-luna”, tirando in ballo l’astro d’argento. Per il resto sullo sfondo dell’etichetta vediamo la trama grafica del logo aziendale e il marchio per esteso alla base. Un’etichetta semplice, con pochi elementi (e questo sarebbe cosa buona e giusta) “abbandonati” a se stessi. L’epicità del nome non basta a risollevare le sorti di un packaging scarsamente emozionale. Fufluns non approva: l’indaco è una chimera.