Ghëddo, Barolo.
Il nome di questo vino, un Nebbiolo di La Morra, naturalmente Docg Barolo, potrebbe addirittura sembrare un’esterofilia. Sarà quella dieresi sulla “e”, che fa tanto nome di qualche mobile dell’Ikea, sarà la “h”, o la brevità scattante delle fonetica, in stile teutonico. Sta di fatto che non sembrerebbe dialetto piemontese se non fosse che i due giovani produttori lo spiegano chiaramente nel sito aziendale: “(il Ghëddo) Se ce l’hai non lo puoi nascondere, è incontenibile e sicuramente te lo si legge in faccia; quando vedi uno che ha il ghëddo lo capisci subito. Ghëddo è forse la parola più bella del dialetto piemontese. Ghëddo è iniziativa, ma anche il brio con cui la si porta avanti, è ispirazione e caparbietà: è voglia di fare. Avere il ghëddo è possedere un’anima che trasuda entusiasmo autentico ed elegante. Nell’attimo stesso in cui provi a dare una forma a questo termine ti sembra quasi di ridurlo, di aver perso la sua vera natura: la spontaneità di un’intuizione. Fin dai primi giorni in cui abbiamo iniziato a masticare questa parola, appresa lavorando in vigna con vecchie glorie di Langa, l’abbiamo sentita subito nostra. Era il 2014 ed il progetto era già nato da un anno, mancava solo un qualcosa che lo definisse. Ghëddo, appunto. Con ciò non vogliamo dire di essere più bravi e brillanti di altri, significa piuttosto che adoriamo faticare rincorrendo i nostri sogni”. Bella, completa, esaustiva descrizione. Spesso manca per quanto riguarda i nomi dei vini. Trasmette anima e passione. La descrizione. Certo, il nome rimane un arcano, se non spiegato adeguatamente. Diciamo che può incuriosire, di certo non coinvolge più di tanto, se non per la tentazione di saperne di più. Manca, cioè, di immediatezza. Per il resto, etichetta dal fondo scuro, piuttosto classica, ma elegante. La vecchia clessidra conferma una certa “antichità” ma al tempo stesso trasmette il messaggio della lentezza, degli anni che il Barolo richiede per essere al massimo. E questo è un bel messaggio. Coraggioso e chiaro. Il contrasto con il “brio” del nome riequilibra i concetti, tra l’impeto giovanile e la tradizione antica.