Non Lo So, Chianti Classico, Jurij Fiore & Figlia.
Tutto sommato è stato semplice trovare un nome per questo Chianti Classico che viene da una delle colline “cru” della Toscana centrale (zona che tutti conoscono col nome di Lamole). Il proprietario, interrogato sulla questione ha risposto: “Quando è nato questo vino tutti mi chiedevano quale fosse il suo nome... e io rispondevo ‘non lo so’. Al punto che ho deciso di chiamarlo proprio così...”. Anche l’etichetta di questo vino è semplice: i caratteri di scrittura simulano le lettere tipiche della macchina da scrivere (quella di un tempo, “meccanica”). Tutta l’etichetta sembra essere stata composta da un foglietto di carta scritto con una vecchia Olivetti 35 (tanto per fare un esempio storico). L’unica concessione a qualcosa di emozionale è una piccola illustrazione artistica, sulla sinistra, con foglie di vite. L’azienda è piccola, nata da poco, la produzione è minima (poche centinaia di bottiglie, per ora). Le etichette, in un certo senso, rispecchiano questo modo di essere. Una semplicità rurale. Non trasmettono invece un senso di alta qualità, che questo vino indubbiamente ha nelle sue “vene”. Non si può non citare anche gli altri due vini della produzione aziendale, che per i loro nomi sono ugualmente notabili: “L’Amore” (rosato da Sangiovese) dichiaratamente, da parte del produttore, una assonanza romantica con Lamole (in etichetta la “R” e la “L” sono coesistenti) e “Punto di Vista” (Chianti Classico), che nasce dal una personale visione del Sangiovese. Nomi semplici che però sono in grado di attirare l’attenzione e di farsi memorizzare, soprattutto il primo, quel “Non Lo So” che gioca sull’equivoco stesso dell’attribuzione di un nome.