La Musa, Barbera d’Asti, Cascina Montariolo.
Il simbolo (logo) di questa azienda piemontese del Monferrato Astigiano è una M inserita in un cerchio. Semplice e diretto (M come Montariolo). Caso vuole che anche il vino che abbiamo preso come esempio, estrapolandolo dalla gamma del produttore, abbia un nome che inizia con “M”. Si tratta di un bel nome, evocativo: “La Musa”. C’è della poesia e della antologia dei miti nell’evocare una musa. Infatti, di questo breve ma intenso termine, Treccani dice: “...nella mitologia greca, divinità del canto e della danza”. Non sono stati solo i nomi ad attirare la nostra attenzione (gli altri vini dell’azienda si chiamano La Diva, Nanà, Costanza, Rosà, Zi Tania... tutte donne, tra l’altro): sono state anche e soprattutto le illustrazioni che contraddistinguono le etichette (si possono vedere tutte qui sotto, alla base del testo). Sono “diverse dal solito”, escono dagli schemi, ma non sono fine a sè stesse, hanno uno stile, una personalità, una propria emozionalità. E sia pure molto diverse come illustrazioni e colori, si capisce subito che appartengono tutte alla medesima serie. Possiamo definirle anacronistiche, avanguardiste, ma anche originali, nuove, in un certo senso irriverenti. Ma certo efficaci nel distinguersi, nel caratterizzare la gamma dei vini e quindi il produttore stesso. Un bella operazione di packaging condotta con un progetto ben delineato. Con un’idea dotata di distintività, grazie soprattutto a questa serie di donne strane ma affascinanti, ammalianti.