Àncora, Albarino, Vina Sobreira.
La bottiglia di questo vino spagnolo non può certo passare inosservata. Innanzitutto perché il vetro è azzurro (immagine qui in basso a destra). In Italia di questo tipo (e forma) non se ne vedono, all’estero capita qualche volta. In Spagna recentemente hanno anche creato il vino azzurro, ma questo è tutto un altro discorso. In questo caso il vino è da vitigno Albarino ed è regolarmente bianco alla vista (cioè giallo paglierino o dorato che dir si voglia). Il vetro della bottiglia, per l’esattezza di colore “blue-marine”, si sposa bene con l’etichetta (o meglio, viceversa) che si presenta al pubblico abbastanza sfacciatamente con toni marinareschi, sia come soggetti illustrati, sia come cromatismi. Il vino, non ci sarebbe bisogno di dirlo, si sposa bene con il pesce. Ed è questa la finalità del design complessivo scelto dal produttore (che ha sede molto vicino al mare, nei pressi di Vigo, nel nord-ovest della penisola iberica).
Passando a commentare ed analizzare il naming, questo vino si chiama “Àncora” come l’attrezzo che si usa per fissare le barche in rada, per intenderci. Anche se in spagnolo, detto attrezzo, risulta come “ancla”. Sarebbe interessante, un nome così, anche in Italia, visto che da noi con accento diverso “Ancòra” significherebbe anche “voglio altro vino”. A parte gli aspetti ludici e semantici, è da notare il design in etichetta: come già detto, si tratta di una grafica molto marinara, molto colorata, molto solare. Una proposta diversa dai soliti codici dei packaging dei vini bianchi estivi che propongono delicate suadenze ondeggianti o pesci di varia forma e misura. Qui il design arriva agli occhi senza filtri, come una sferzata di vento... si vedono granchi, ombrelloni, fari, bandierine, navigli, cabine da spiaggia, tutto con uno stile piuttosto giocoso, quasi infantile, semplice e diretto. Un vino da battaglia, insomma. Naturalmente si tratta di battaglia navale.