Il Rabdomante, Montepulciano d’Abruzzo,
Feudi Bizantini.
Feudi Bizantini.
Il nome e la rappresentazione grafica in etichetta di questo vino hanno un indiscutibile fascino. È l’effetto del mistero generato da quella parola, ormai in disuso, “rabdomante”, che porta però con sé un significato molto preciso, arcaico, interessante, coinvolgente e anche attinente (che forse è la cosa più importante). Vediamo quindi, secondo Treccani, chi è questo rabdomante: “dal greco ῥαβδόμαντις, chi esercita l’arte divinatoria servendosi di una verga magica; in particolare persona che avrebbe la capacità di scoprire vene sotterranee di acqua o metalli per mezzo delle indicazioni fornite da una sottile bacchetta biforcuta, tenuta più o meno orizzontale con le mani per le due estremità”. La “bacchetta magica” in questione è quella illustrata in etichetta a forma di “V” ed evidenziata, sotto, più in grande, da un inchiostro lucido. Si tratta quindi della capacita di trovare vene di scorrimento di acqua o sacche umide che soprattutto in certe condizioni di siccità, la pianta della vite deve andare a cercare, con le radici, per assicurarsi vitalità e nutrimento. Possiamo ben dire che il Rabdomante in questo caso è la vite. Per interposto significato, quindi, il vino stesso. Insomma che ci si creda o no, un po’ come per il corno “magico” dell’agricoltura biodinamica, questi fenomeni esistono e sono stati ampiamente provati e documentati scientificamente. L’etichetta è nera, con particolari in oro, che la rendono preziosa alla vista e alla percezione, al “lateral thinking” che ognuno di noi ha o dovrebbe avere. Il nome dell’azienda è ugualmente evocativo: Feudi Bizantini, in quanto il paese dove ha sede il produttore, Crecchio in provincia di Chieti, è uno storico sito bizantino dominato da un imponente castello. Feudi Bizantini è un bel nome per una azienda che vuole parlare di tradizione, cultura, storia.