Roero Arneis, Bajaj.
Alcune note curiose che riguardano le etichette di questo piccolo produttore “famigliare”, situato nella zona del Roero (provincia di Cuneo). Vediamo subito nella grafica un approccio moderno, che si ritrova anche in una gestione del profilo Instagram molto dinamica e “giovane”. Protagonista delle immagini in generale, e delle etichette in particolare, è Adriano Moretti, il figlio del titolare. Nel packaging del Roero Arneis vediamo il ragazzo in tenuta da jogging, seduto su alcune botti. Singolare la modalità di comunicazione: molto spigliata, libera da vincoli classici (che nella zona di origine sono ancora molto radicati), spontanea, vivace. Possiamo dire anche coraggiosa: forse non completamente aderente al “prodotto vino”, ma sicuramente originale.
L’attenzione va anche al nome dell’azienda, derivato da una “menzione dialettale”, qualche che fosse una MGA del cognome. Ecco la spiegazione della famiglia reperita nel loro sito web: “Il termine “Bajaj” deriva dal dialetto “bajé” che significa “sbadigliare”, “sonnecchiare”. L’utilizzo del nome “Bajaj” nasce dalla tradizione diffusa in queste zone, di dare dei soprannomi alle famiglie per distinguerle. Questi nomi erano solitamente legati a una caratteristica fisica o caratteriale di un membro della famiglia, o al mestiere svolto. In questo caso, gli anziani del paese raccontano che la famiglia Lenoris (famiglia materna di Giovanni Moretti) venne così chiamata perché costituita da persone tranquille, che lavoravano duramente, ma cantando e facendo festa all’occorrenza!”. Le nuove generazioni prendono il comando. Almeno per quanto riguarda la comunicazione. Sul vino e l’enologia, probabilmente, vale ancora molto l’esperienza.