Volpello, Novello, Colle Sereno.
L’etichetta si presenta subito bene con una interessante stilizzazione di una volpe. I toni cromatici sono “cremosi”, la grafica è essenziale e pulita, la disposizione degli elementi rivela ordine ed eleganza. Scopriamo anche qualche vezzo creativo come quella “P” che si eleva sulle altre lettere del nome, e come quel marchio rotondo che recita: “Prodotto esclusivamente da uve molisane”, giusto per ribadire che il Molise esiste, coltiva uva (oltre che un mare di olive) e genera anche buon vino, in barba alle regioni vinicole più blasonate.
Anche la rima è una “trovata”: “Volpello” infatti è dichiaratamente un Novello. Furbata fonetica che suona bene, si fa ricordare. Certo che questo genere di prodotto (insomma, vino beverino da tavola, di poco costo) di solito non viene affiancato da etichette di valore. Invece in questo caso la cura del packaging è encomiabile. Si tratta di una operazione intelligente, di valorizzazione di un prodotto “base” che vuole apparire in modo ragguardevole. Che vuole quindi conquistare un mercato “alla mano” con atteggiamenti di spessore. L’azienda si chiama Colle Sereno. Rassicurante: un colle dove splende sempre il sole e che trasmette in ogni caso tranquillità. Si tratta di marketing da grandi numeri, ma ameno è ben congegnato.
Anche la rima è una “trovata”: “Volpello” infatti è dichiaratamente un Novello. Furbata fonetica che suona bene, si fa ricordare. Certo che questo genere di prodotto (insomma, vino beverino da tavola, di poco costo) di solito non viene affiancato da etichette di valore. Invece in questo caso la cura del packaging è encomiabile. Si tratta di una operazione intelligente, di valorizzazione di un prodotto “base” che vuole apparire in modo ragguardevole. Che vuole quindi conquistare un mercato “alla mano” con atteggiamenti di spessore. L’azienda si chiama Colle Sereno. Rassicurante: un colle dove splende sempre il sole e che trasmette in ogni caso tranquillità. Si tratta di marketing da grandi numeri, ma ameno è ben congegnato.