Cantagrillo, Trebbiano Toscano, La Leccia.
Quando le cose sono fatte bene non si sa esattamente da dove partire. Scegliamo di iniziare, in modo istituzionale, dal logo dell’azienda che raffigura un leccio in un equilibrio grafico tra la chioma estesa e le radici interrate. Il tutto, nella parte superiore del packaging, diventa una specie di fuoco d’artificio dorato. Al centro del ciuffo superiore troviamo, non troppo visibile, la scritta La Leccia, nome del produttore che si ispira agli estesi boschi di leccio della proprietà, virato al femminile in omaggio a Madre Terra e alle tre donne che attualmente governano l’azienda: Paola, madre, Sibilla e Angelica, figlie. Il possedimento, in piena zona Chianti, vicino a Montespertoli (in Val di Botte, nomen omen) ha origine da un acquisto-investimento, negli anni Settanta, della famiglia Bagnoli, titolari del marchio Sammontana (sì, i gelati). Oggi l’azienda si distingue, oltre che per il vino, anche per una produzione di olio di oliva di alta qualità. Ma torniamo all’etichetta del vino-simbolo dell’azienda, un Trebbiano Toscano: su un gradevole fondo color “ora blu” leggiamo in bianco il nome del vino, “canta grillo”, ed è impossibile non notare un grillo stilizzato in rosso. Bel nome. Estivo, suadente, poetico, evocativo, dileggiante, sollazzevole. Ma non finisce qui, sotto al nome del vino troviamo dei versi: “D’estate distesi su un prato. A guardar le stelle danzare. Ad ascoltar i grilli cantare”. E forse la vita è tutta lì, in quella bottiglia, in quel cielo, in quelle emozioni.