Moio57, Rosso, Moio.
Anche a scanso di sceneggiate scaramantiche alla Totò, il nome di questo vino potrebbe essere facilmente collegato al Gioco del Lotto. Né più, né meno di altri vini che in etichetta "giocano" a proporre numeri e cifre. In questo specifico caso il cognome della famiglia imprenditrice non aiuta a fugare dubbi cabalistici: Moio 57 "il morto che parla", direbbe il mitico comico partenopeo (buffo notare che la diatriba sul numero esatto del "morto che parla" si divide tra il titolo del celebre film di Ludovico Bragaglia, che cita il 47, e Wikipedia che afferma il 48). In particolare, per questo "rosso" del Falerno il nome/logo aziendale non viene "relegato" a firma dell'etichetta ma si erge a protagonista posizionandosi al centro, con una dimensione del carattere di scrittura che non può non essere notato. Per la cronaca e per la precisione il numero 57 viene giustificato in questo modo, dall'azienda produttrice, nel proprio sito web: "Moio57 deve il suo nome alla straordinaria vendemmia del 1957 che si ottenne a Mondragone". Con buona pace di chi vuole gufare! (per di più la grafica dell'etichetta sembra proprio quella per un whisky scozzese)