Marche Rosso, Cavalieri.
La modalità è semplice, in apparenza. Così Cavalieri, l'azienda, sigla i vini con il proprio cognome. Ma anche, nel caso del Verdicchio di Matelica, con il nome Gegè. Due strade di comunicazione completamente diverse che non hanno senso all'interno di un'unica gamma. Ma vediamo il dettaglio delle etichette dal punto di vista della grafica: essenziali. A dir poco. E infatti "dicono" poco. In quel grande (ma non per questo necessariamente occupabile in lungo e in largo) spazio quadrato dedicato all'etichetta, vengono distribuiti parole e caratteri di stampa senza un perché e soprattutto senza un domani. In particolare il "logo" (chiamiamo così la "scritta" con la quale viene evidenziato il nome aziendale) risulta di concezione (e grafica) di vecchio stampo, in tutti i sensi. Ma più che altro non collima, non si amalgama, non funziona agli occhi.