Moréo, Montepulciano d'Abruzzo, Cantina Massimi.
Questa azienda di Ancarano, provincia di Teramo, in Abruzzo, situata proprio a ridosso del confine sud delle Marche, ha fatto dell'arte una propria bandiera. Si parla di arte, giustamente, per le raffigurazioni in etichetta, che vogliono rappresentare pittoricamente il territorio dove vengono coltivate le vigne e prodotto il vino. Si tratta di quel tipo di arte che viene definita "contemporanea". C'è arte, lo afferma il produttore nel proprio sito web, anche nella cura e nella lavorazione della vite e del vino. A noi, in questo caso, interessa l'arte della realizzazione di una etichetta: complessa, variegata, accurata e spesso soggettiva nella valutazione finale che può suscitare.
Non è invece soggettivo qui il fatto che il nome del vino non è perfettamente e immediatamente leggibile. Moréo. La scelta del carattere di scrittura non è felice. Certamente artistica, amanuense, sinuosa ma non leggibile. In una logica di identificazione del prodotto, che può dare vita al miracoloso "passaparola", scrivere un nome in modo poco leggibile non è una buona idea. Sarebbe anche un buon nome "Moréo", breve, foneticamente valido, suadente, significante per quanto riguarda il colore del vino, attinente al mondo latino degli Antichi Romani che colonizzarono queste terre ai tempi in cui la "vitis vinifera" assunse quasi il ruolo di un "Dio".