La Storia di Rosina Diventa Rosato

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Rosina, Magliocco Canino, Casa Comerci.

Si tratta di una etichetta semplice ma anche piuttosto atipica. Un figura di donna occupa tutto lo spazio disponibile in altezza. Certamente si fa notare anche da lontano. Alla destra della figura il nome del vino: “Rosina”. Allude, certo, al fatto che si tratta di un rosato, ma anche e soprattutto a una romantica e coinvolgente storia famigliare che il produttore racconta nel proprio sito internet: “Francesco (il capostipite) ebbe due figlie femmine, una disgrazia per la Calabria di allora, ma non per lui. A loro insegnò fin da piccole il valore della terra, il prestigio e la qualità dei suoi frutti. Ciascuna crebbe con una preferenza. Michelina innamorata della potenza dell’ulivo, Rosina, la secondogenita, dalla generosità della vigna. Proprio lei prosegue la strada tracciata dal padre. Per ironia della sorte, Rosina si sposa con Domenicoantonio Silipo, il bottaio del paese. Dalla loro unione nascono 7 figli. Rimasta vedova, Rosina, determinata ed educata a non demordere, comincia a dedicarsi con vigore al progetto del padre. Particolarmente legata all’ultimo figlio Salvatore, nato pochi mesi prima della morte del marito, e che chiama addirittura confidenzialmente Micuccio in onore del consorte, decide di eleggerlo erede delle terre e delle attività̀ del vino della famiglia”. Storia di forza e di passione. E anche di uomini (e donne) illuminati che vanno contro le “regole” della società. Ed ecco che la bottiglia di questo Magliocco (venduta prevalentemente all’estero) si trasforma in un omaggio alla coraggiosa Rosina. L’immagine è realizzata con uno stile asciutto, particolare, che non toglie emozione all’espressione del volto e al carisma della postura. La leggibilità del nome non è eccezionale; questo è dovuto allo “spezzato” delle sillabe, ma le dimensioni del carattere compensano. Originale e di sintesi anche il logo aziendale: una “C” con un ricciolo che sembra proprio un pàmpino.