Gigiò. Sangiovese e Colorino, Poggio La Noce.
Questa etichetta si potrebbe collocare nella categoria “vini-simpatia” o anche “vini-fumetto”. Infatti lo spazio dedicato al packaging è quasi interamente occupato da un omino simpatico e dinoccolato che ha tra le mani una bottiglia di vino e un calice, evidenziati con due macchie cromatiche rosse. Dove starà andando questo omino dei piedi lunghi? Non lo sappiamo, possiamo solo immaginarlo. Però vediamo che sorride, è allegro, accogliente, sereno. Ha una espressione da clown del circo. L’etichetta, molto semplice nell’impaginazione, è attraente per l’originalità del disegno. E certamente anche per la simpatia del nome: “Gigiò”. No è dato a sapere se questo nome si riferisce a qualcuno dell’azienda o a qualche antenato. Da notare che altri due vini di questa azienda toscana, di Fiesole, si chiamano Gigino (Sangiovese in purezza) e Gigetto (blend di Sangiovese, Canaiolo e Colorino). Certo i nomi attribuiti ai vini di questa azienda sono piuttosto creativi, eccone altri due: Paonazzo, Pinko Pallino, Bàja (nell’ordine, in queste etichette, si vedono i disegni (sempre “fumettosi”) di un pavone, di un ragazzo dalla testa colorata e di un cerchio come quelli lasciati, a macchia, sulle tovaglie, dall’appoggio di una bottiglia di vino). Una parte di Toscana che non si prende troppo sul serio. E potrebbe essere una buona idea per distinguersi dal classicismo estetico di molti vini di quella zona. Da notare infine che la scherzosità dell’etichetta qui mostrata viene bilanciata con la serietà della chiusura a ceralacca.