Bell Hill, Pinot Noir, Bell Hill Vineyard.
Questa etichetta neozelandese ha caratteristiche di unicità negli elementi che la compongono, sia pure in un contesto di grande semplicità grafica. Fondo chiaro, pulito, con scritte in nero e rosso: leggibilità assoluta se non fosse per il carattere del nome in grande, particolare al punto da compromettere la percezione delle singole lettere. Si tratta di un font di scrittura originale, artistico, creativo, ma anche di difficile intelleggibilità (manca immediatezza). In particolare il nome del vino (che è anche nome dell’azienda) viene spiegato così nel sito del produttore: “the name Bell Hill comes from its bell-like shape on the southern side, once the first view for travellers coming into the Waikari Valley”. Due gli elementi di spicco insolitamente posti sul fronte-etichetta: il numero della bottiglia in alto, in rosso, e il sintetico elenco informativo in basso dove vengono comunicati la data della vendemmia e dell’imbottigliamento, unitamente ad altre caratteristiche biochimiche. Sintesi e chiarezza, non solo per quanto riguarda il packaging ma anche per ciò che attiene al prodotto stesso. In generale questa etichetta attira, nonostante il problema di leggibilità del nome, grazie a una “limpidezza grafica” invidiabile e raramente riscontrabile nel settore bevande alcoliche.