Marie-Amélie, Champagne, Henriet-Bazin.
Nella maggior parte dei casi, per il loro vini, i cugini francesi creano etichette molto classiche. Alcune riescono bene perché non vi è dubbio che il gusto appartiene anche a quella porzione di Vecchio Continente, oltre che all’Italia, naturalmente. L’etichetta di questo Champagne è graziosa, gentile, sfiziosa, come la dama fatale che recita una parte da protagonista nell’illustrazione. Ma non finisce qui. Ad attenti osservatori non sfuggiranno alcuni particolari di spessore: il cappello della donna, il fatto che sostiene una gabbietta, la bici d’antan, il cromatismo accentuato sulla gonna e, nella cartografica, un bollo in rilievo con il logo dell’azienda produttrice. Impaginazione degli elementi del design centrata, caratteri di scrittura graziati, tutto molto elegante, ma con un tocco un più: quella charmosa presenza femminile che nella posa e nella situazione nella quale è collocata incuriosisce. Va oltre: prova a raccontare una storia. Prova a farcela immaginare. Una donna e il suo pappagallino? Dove lo sta trasportando? Perché è cosi elegante? Si tratta di un party ornitologico? Siamo a Parigi o in provincia? A Reims o Èpernay? Esattamente a Villers-Marmery, complimenti a tutti.