PoPi, Nebbiolo (Rosato),
Ca’ di Tulin.
Ca’ di Tulin.
L’etichetta è di stampo romantico, non vi sono dubbi. Anche il vino, visto che si tratta di un rosato, molto arrossato anche nella sua parte esterna, quella relativa al packaging. In alto, una specie di mimosa puntinata rossa fa da cornice a due innamorati seduti su una panchina. Il nome PoPi sembra proprio uno di quei vezzeggiativi dedicati alla propria amata (o al proprio amato). Infatti l’ipotesi trova fondamento nella scheda del vino che si può consultare nel sito web aziendale: “...il nome del vino è un omaggio del produttore alla moglie, etichetta rosa dal colore allegro, ha uno spiccato carattere tannico che si lascia intenerire dai profumi di maggio e dalle note femminili della primavera”. Appurata l’origine del nome dobbiamo annotare anche un guizzo poetico, sempre sul fronte etichetta: “...ho sceso milioni di scale dandoti il braccio, perché sapevo che di noi due, le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.” Firmato Eugenio Montale. Non che la poesia risulti limpida e solare, forse un poco lunare, questo sì, comunque sempre di prosa si tratta e un po’ di cultura in viticoltura non guasta. L’etichetta comunque si fa notare, colpisce gli animi sensibili, stabilisce contatti emozionali. Il nome dell’azienda produttrice, per la cronaca, si rifà all’avo Bartolomeo, detto Tulin (da “Bartulin”). I nome dell’azienda “Ca’ di Tulin” non è ben leggibile a causa dello sfondo molto cromatico e del carattere di scrittura, decisamente graziato.