Jazz, Frappato e Nero d’Avola, Paolo Calì.
Questa etichetta è stata premiata (XXIII Premio Nazionale Etichetta d’Oro a Cupramontana). La motivazione: “...per l’immagine ricca di colori e profumi caratteristici della terra d’origine”. In effetti, l’illustrazione, creata dall’architetto Fabrizio Foti, propone i frutti e i fiori che donano i “sentori” al vino in questione. E così, fragola, violetta, acacia, lampone, rosa canina, mora, ciliegia (e altro ancora) sono disposti su un ideale pentagramma/vigna. Appoggiati a terra vediamo un ananas, del tabacco e si intravede anche un grillo. C’è un’idea: enunciare i sapori del vino mostrandoli in etichetta in modo anche vagamente ironico. E con un design semplice e gradevole. Evocativo anche il nome del vino, “Jazz”, parola ampiamente sfruttata non solo nel mondo musicale, per il suo significato fantasioso, culturale, elitario, dinamico, scoppiettante. Il titolare dell’azienda afferma: “Jazz è un vino zeppo di note”. E il cerchio si chiude, il significato “significa”. E a proposito di jazz, tra le molte ipotesi sull’origine di questa parola, ormai internazionale, trasversale a usi, lingue e costumi, vi è quella relativa a “jaser” che nella Luisiana di lingua francese significa gracchiare, fare rumore e, si dice, anche l’atto d’amore per eccellenza (no, non è il bacio, qualcosa di più).