Duca Carlo Guarini.
La peculiarità di questo vino è innanzitutto produttiva e in particolare relativa alla tipologia: si tratta di un raro caso di Negroamaro vinificato in bianco. Normalmente questo vitigno dà luogo a rossi potenti e quindi vederlo in bianco fa già un certo effetto. Ma vediamo l’etichetta iniziando dal nome del vino: Taersìa. Il produttore, che ha sede in provincia di Lecce, racconta che “Taersìa vuol dire burrasca, tempesta di vento nel dialetto dei pescatori e della gente di mare del Salento. Questo vino innovativo, ottenuto dalla vinificazione in bianco di uve rosse Negromaro biologiche certificate, è proprio una burrasca di novità nel panorama della nostra regione”. Non di facile pronuncia, ma con una semantica legata al territorio (inteso come fronte mare). Certo la burrasca non è positiva per i pescatori, ma rappresentando una “rivoluzione” in termini di tipologia di vino, l’accezione ci può stare. Vediamo il design. L’etichetta si presenta in modo elegante e si distingue per una grande lettera T graziata, in inchiostro dorato. Al suo fianco, sulla destra, si intaglia un racconto molto tecnico, ma che per gli intenditori risulta interessante. Sotto a questa originale soluzione di design si legge il nome del vino per esteso, ancora più in basso la tipologia di vino, e infine in un tassello nero il nome della cantina che denota storia e avi dai titoli nobiliari. Tutto sommato si tratta di un packaging che attrae e gratifica l’occhio, donando valore al prodotto.