Millo, Verdicchio di Matelica, Marco Gatti.
Rinnovare o non rinnovare? Certo, le attrezzature in cantina vanno tenute al passo, ma con le etichette come fare? Un’etichetta che si è costruita un certa notorietà nel tempo va aggiornata? E’ sempre un passo difficile quello di cambiare lo status quo. Prendiamo questa etichetta dal sapore retrò: il marchio è di quelli davvero d’antan, vintage, insomma molto “vecchio”. A volte non guasta. Anche la grafica in etichetta accusa il peso degli anni. Eppure l’azienda in questione non è di quelle storiche, nasce infatti nel, relativamente vicino, 1998 (con prima produzione propria di vino, nel 2001). Una sferzata di dinamismo la dà quel tratto curvo azzurrato, a rappresentare i filari, almeno così sembra. Per tutto il resto siamo nel secolo scorso. La tradizione è salva. E anche un certo gusto antico, certamente voluto, crediamo, in questo caso. E il nome del vino? Millo, sembra il nome di un gatto. Ma c’è un indizio: un altro Verdicchio di Matelica di questo piccolo produttore marchigiano si chiama “Villa Marilla” in omaggio alle componenti femminili dell’azienda, Marina e Camilla. Forse “Millo” viene da lì, chissà. Nome comunque simpatico, breve, memorabile, pronunciabile, suadente. Per tutto il resto c’è il calice. E sembra proprio che nel bicchiere questo produttore sappia farsi valere.