Pinksy, Cabernet e Syrah, Batzella.
Se non fosse il cognome del fondatore, questo nome aziendale diventato marchio, sarebbe da sconsigliare (lo troviamo, spezzato, alla base dell’etichetta). Difficile da pronunciare e quindi da ricordare. Ma Franco Batzella si chiama così. E sarebbe stato peggio attingere dal nome della moglie e socia: Khanh Nguyen (vi assicuriamo che si chiama proprio così, non è uno scherzo). Ma passiamo alle etichette della casa, che come si vede in questa che prendiamo ad esempio, sono molto fantasiose e non prive di una certa ricerca iconografica e storica (nonostante le apparenze). Partiamo col nome del vino, “Pinksy”, che ricorda molto Banksy, soprattutto affiancato a una illustrazione che sa di arte moderna se non di street painting. Ebbene, secondo il produttore si tratta dell’affiancamento di “pink”, rosa, a “sy” che sta per Syrah. In omaggio a un vitigno, che compone questo vino rosato, insolito ma promettente nella zona di produzione in questione, Bolgheri e dintorni. Il design dell’etichetta si presenta davvero molto eclettico, possiamo dire anche psichedelico. Ma una citazione colta, letteraria, poetica, alla base del packaging riporta il tutto in un’aura più classica: si tratta di Carducci: “Il sol traguarda basso nella pergola, e si rifrange roseo nel mio bicchiere: aureo scintilla e tremula...”. Il poeta ha colto l’attimo. E noi con lui.