Sono infinite le serie di nomi di vini che richiamano il greco o il latino. Alcuni di questi nomi vengono attribuiti semplicemente perché danno un senso di cultura alla... viticultura. Di fatto le origini di moltissimi vitigni sono attribuibili alla Magna Grecia e alla grande attività di diffusione svolta dagli Antichi Romani. Ben vengano quindi i riferimenti "colti" tratti da latino e greco. Sia pure concettualmente "centrati", se possibile. In questo caso il passito di Montepulciano d'Abruzzo ad opera del produttore Zaccagnini prende nome da una specie vegetale "è un genere di piante della famiglia delle Ranuncolaceae, dall’aspetto cespuglioso e dalle copiose inflorescenze" recita a nostra erudizione il sito di Wikipedia. Approfondendo troviamo quindi il nesso: "Il nome di questo genere (Clematis) deriva dalla radice greca klema (“viticcio” o anche “pianta volubile” o anche "legno flessibile")". Ed ecco che scopriamo che "klema" è "viticcio", cioè pianta assimilabile alla vite. Di fatto il genere di piante Clematis è rampicante come la Vitis Rupestris e come ancora oggi la Vitis Vinifera se non fosse sottoposta a potature controllate. Riferimenti particolari ad aromi e profumi non ce ne sono, giacché Wikipedia ci informa che i fiori di Clematis "emettono un debole profumo lievemente mielato" e inoltre che "questi fiori non producono nettare". Per il resto degli aspetti comunicativi dell'etichetta possiamo notare la raffigurazione del fiore in questione nella parte alta e una fastidiosa (per la leggibilità) duplicazione, in sottofondo, del nome, al centro dell'etichetta. Il nero appesantisce il tutto.