Madonna di Como, Dolcetto d'Alba, Boroli Vini.
Cosa c'entra Como con il territorio albese? Ce lo spiega Boroli Vini nel sito aziendale: "Cascina Bompè (dove nasce questo vino) è situata sulla sommità della collina denominata “Madonna di Como”, a 5 chilometri dal centro di Alba, ad un’altezza di 422 metri s.l.m. Questa collina, secondo la tradizione, suffragata da elementi storici e archeologici, è stata coltivata fin dal IV secolo a.C. dai Celti, con una particolare vocazione alla vite. I terreni sono esposti a est, sud e sud-ovest e hanno natura argilloso-calcarea di medio impasto. Di particolare interesse per l’azienda è il cru “Madonna di Como”, un importante e storico Dolcetto d’Alba." Questa la spiegazione, il rational, della scelta "nomeica" destinata a questo vino. Certo che può risultare fuorviante per un consumatore non avvezzo alle questioni di langa leggere "Como" sull'etichetta di un vino Piemontese. Ragioni storico-culturali, certamente territoriali, ma che possono in parte pregiudicare la comprensione, quindi l'acquisizione, prima che pratica, filosofica e intima, psicologica, del vino in questione. Per quanto riguarda l'etichetta dove questo nome è destinato a comunicare il proprio "segno", non possiamo tralasciare un commento negativo: non tanto per una scelta da "arte moderna" nell'illustrazione, quanto per l'assoluta mancanza di amalgama tra gli elementi grafici. Tra il logo aziendale in alto, il disegno al centro, le definizioni in basso. Sembrano pezzi staccati di progetti diversi.