Lo Strano Caso della Cuba Siciliana

Cuba (Qubba), Nerello Mascalese e Cappuccio, Monteleone.

Strano il nome del vino e davvero interessante la sua origine. Siamo in Sicilia, a Castiglione, in provincia di Catania. L’Etna domina quei paraggi. Ma altresì la caratteristica del luogo parla di una chiesetta, forse ortodossa, della quale gli storici non riescono ancora ad attribuire datazione e motivazione. La costruzione si chiama “Cuba” o “Qubba” in una sorta di dialetto arabo-siculo. Interessante l’etimo che fornisce in tal proposito Wikipedia: “La parola "cuba" ha una origine controversa ed è stata oggetto di studio. Secondo alcuni il termine deriva dal latino cupa (botte) e cupula (botticella) o dall'arabo kubba (fossa, deposito) o qubba (cupola), per altri direttamente dalla forma cubica dell'edificio. In siciliano si citano spesso le chiesette di campagna come cubole”. Bella anche la romantica spiegazione del produttore (Giulia Monteleone, con il marito e il padre Enrico) che lega l’inizio della propria avventura imprenditoriale proprio alla chiesetta in oggetto: “Il nostro progetto, di vino e di vita, prende forma nel luglio 2017 quando, dopo una lunga ricerca, individuiamo due ettari di vigna vecchia a pochi passi dal fiume Alcantara. Siamo ai piedi dell’Etna a poco meno di cinquecento metri sul livello del mare e a meno di cinquanta passi dall’antica Cuba di Santa Domenica, un gioiello bizantino di rara ed integra bellezza. Arrivati qui, in una torrida giornata d’estate, un vento caldo spazzò via, in pochi attimi, i dubbi, le perplessità: era questo il locus amenus che stavamo cercando, il posto giusto dove fare il nostro vino”. Come si vede nelle immagini qui proposte, nel tempo, l’azienda ha cambiato idea sulla modalità di proporre il nome del vino (e della chiesetta), anche se il senso non cambia. Per quanto riguarda il design dell’etichetta possiamo dire che è apprezzabile la sua semplicità: pochi elementi che vedono protagonista la cupola dorata della chiesetta riprodotta in illustrazione. Certamente tra “Cuba” e “Qubba” meglio la seconda, per non confondere le idee, evitando di portare l’attenzione sulla nota isola caraibica (e a tutto quel mondo di rum e sigari).