Il nome di questo vino è piuttosto lungo, quasi una strofa: “Oltre il limite… e altro”. Si tratta del vino-bandiera di questa azienda padovana, prodotto solo nelle migliori annate. Cosa può giustificare l’adozione di un nome così strano? Nella scheda digitale del vino viene detto che è “dedicato a chi cerca, a chi non ha confini ed è destinato ad avere come limite l‘infinito“ (citazione attribuita ad Andrea Emo Capodilista, filosofo). Navigando la rete scopriamo che il nome del vino è in realtà il titolo di una raccolta di poesie di Maurizio Zanon, al quale l’etichetta è dedicata. Passiamo alla grafica del packaging: sconcertante, di primo acchito. Praticamente un rebus, se non fosse opera del pittore Caudin, insieme al poeta citato prima, conterranei del titolare dell’azienda, Giorgio Salvan in quel di Battaglia Terme (Padova). Certo si fa fatica ad apprezzare l’arte contemporanea di questo packaging. Una curiosità: l’azienda Salvan aggiunge al proprio nome la definizione “Vigneti del Pigozzo”, ebbene il pigozzo è i nome dialettale del picchio locale che gironzola tra le vigne. Tutto sommato un ensemble che genera curiosità (ma anche confusione).