Modestia e Spavalderia a Confronto

Modestu, Vino Bianco, Giovanni Montisci.

Fin troppo modesto questo “Modestu”. Si parla dell’etichetta, non del vino, naturalmente. Comunque qualche punto valoriale possiamo trovarlo. Andiamo con ordine: il vino è un blend di vitigni bianchi, siamo nell’entroterra della Sardegna, ed esattamente nella Barbagia (provincia di Nuoro). La carta che viene utilizzata per l’etichetta è simile a quella “del salumiere”, e ciò connota il prodotto in un’area di genuinità, spontaneità, selezione, quindi qualità intrinseca. La particolarità è che tale carta risulta come strappata in alto e in basso. Vediamo i contenuti del design. Quello che dovrebbe essere il logo aziendale si limita a due iniziali: G e M. cioè il nome e cognome del produttore, Giovanni Montisci, riportato in esteso appena sotto. Al centro il nome del vino, “Modestu”. Poi le altre scritte di legge. Certo, la semplicità regna sovrana e tutto sommato ci starebbe anche bene. Se non fosse che troppa semplicità porta a sminuire il valore percepito. Per quanto riguarda proprio il nome del vino, va sottolineato che si tratta di una specie di idea speculare rispetto ad un altro prodotto dell’azienda, il “Barrosu” che in dialetto significa “tronfio e orgoglioso”, in una parola “spavaldo”. E così, come contr’altare abbiamo il “Modestu” di facile traduzione. Per la cronaca enogastronomica, i vini di Giovani Montisci sono molto ben considerati da chi di vino se ne intende.