Il dizionario inglese lo definisce con "a brightly colored marine fish". In un mondo stereotipato e conformista dove assistiamo al proliferare di nomi di vini che terminano in "aia" (Sassicaia giusto per citare il "capostipite") possiamo anche facilmente constatare la presenza di numerosi pesci nelle etichette nostrane e internazionali. Sarà un subliminale consiglio d'uso? O sarà per i colori e la simpatia verso le specie marine? Forse un accenno alla geologia del terreno con sedimenti madreperlacei? In ogni caso qui abbiamo un nome curioso che genera attenzione. Anche la grafica, pulita ed essenziale, equilibrata e cromaticamente accettabile (quell'azzurro, fortunatamente scuro, sulla fascetta inferiore è al limite), si fa notare senza prevaricare. Ma permangono dubbi sullo sbattere i pesci in faccia (e anche sul tappo a vite).