Da anni le etichette dell'altoatesino ed eclettico Franz hanno la paternità dell'artista Riccardo Schweizer, ora scomparso. Molto colore, stile arte moderna, grafica indubbiamente insolita, non comune per delle bottiglie di vino. Si può non essere d'accordo sul genere, ma certamente, nel tempo, queste etichette hanno contribuito a costruire una identità precisa, e ancora di più una riconoscibilità dell’azienda. Passiamo al naming: solo alcuni vini della cantina di Haas hanno un vero e proprio nome. Ad esempio questo "Lepus" che significa lepre in latino giacché (scrive il produttore nel suo sito): "...sullo stemma di famiglia è da sempre riportato un leprotto". Nome evocativo quindi. Agile, cioè breve (ma non del tutto gradevole foneticamente) che non convince del tutto per via di alcune assonanze che potrebbe evocare (su tutte il fastidioso “pus”).