Un vino di mare, certamente. Prodotto in Maremma. La scelta del nome: Litorale. Richiama, con il suo modo colto di dire "spiaggia", le lunghe distese che fronteggiano i flutti. Il litorale è tutta la costa presa nel suo "complesso". Nome erudito che suona anche bene, foneticamente. Forse gli stranieri fanno un po' fatica a pronunciarlo, ma in Italia "gira" rotondo e abbastanza scorrevole. L'immagine che lo accompagna e che lo "conferma" concettualmente non è delle più indovinate: sedie sdraio colorate come si usa nei "filari" abitati anche da ombrelloni. E dai "bagnanti". Le sedie sdraio abbattono quella sensazione più elevata di paesaggio marino che la parola "Litorale" aveva trasmesso in prima battuta. Anzi, considerato che spesso l'occhio "cade" prima sull'immagine, soprattutto se molto colorata, ecco che la prima sensazione è quella di un vino "da spiaggia", di quelli che si bevono a mezzogiorno giusto per accompagnare un'insalata di pesce. Il prodotto non viene nobilitato, non acquisisce importanza. Forse questa etichetta è stata pensata per il mercato estero? Laddove il turismo straniero riconosce nelle sedie sdraio un simbolo dell'estate italiana? Qualche dubbio rimane. Anzi, ritorna incalzante come la risacca. Qualcosa da dire anche sul logo aziendale (in basso, nell'etichetta): la sovrapposizione delle parole con l'immagine (quella che ha sulla propria sommità una rosa che, tra l'altro, non si percepisce) ostacola la lettura. La scelta del carattere molto graziato e della cromìa, non aiutano.