Ceppi Storici, Barbera, Araldica.
Non è sempre facile la metamorfosi tra una "vecchia" etichetta e una nuova. Cosa cambiare e soprattutto perché? si chiedono le schiere di produttori assillati da questo problema. Presentiamo quindi un esempio di cambiamento di etichetta operato da un produttore piemontese molto strutturato, quindi avvezzo a queste involuzioni. La vecchia etichetta (a sinistra) appare con uno stile classico, ma non arcaico, lineare ed elegante, preziosa ma non sfarzosa. Non brutta, insomma, per essere un modello comunque stereotipato. Vediamo quella nuova (a destra): il vino ha mantenuto il medesimo nome "Ceppi Storici", che giustamente fa da filo conduttore, da passaggio del testimonte da una etichetta all'altra. La nuova etichetta ha una estensione maggiore (soprattutto in altezza) e si presenta come più "leggera", didascalica (si vede il ceppo della vite protagonista dell'illustrazione), coerente con il nome quindi, più "giovane" e "moderna" (con tutti i limiti di queste terminologie ormai troppo sfruttate). Unico difetto evidente, lo stacco cromatico con il quel viene scritto il nome: scuro e in evidenza "Ceppi" e ramato, graziato e defilato il conseguente "Storici". A noi forse piace di più quella vecchia, ma qui entrano in campo nozioni e sensazioni soggettive. Certamente il valore percepito del prodotto, la sua "valutazione" è maggiore nella etichetta "vecchia". Al commerciale l'ardua sentenza.