Cosa c'è di sbagliato in questa etichetta? Dunque, partiamo dall’inizio: la storia che viene narrata nel sito del produttore è abbastanza interessante... parla di un vino "dimenticato" in cantina, che non riesce a "maturare" nel modo giusto, diventa un incompiuto e quindi ispira il nome "Vino Sbagliato" per quello che poi diventerà, ed è diventato, il vino da commercializzare. Storia intrigante, anche se già sentita, in grado in incuriosire e di essere concettualmente accettabile. Quando è stata realizzata l'etichetta, ecco l'idea aggiuntiva: sbarrare il nome "Vino Sbagliato" per "sbagliarlo" ancora di più. Inoltre ecco la scelta grafica ancora più compromettente: scrivere il nome del vino con un carattere tipografico che non si può certo definire leggibile. Il risultato, soprattutto alla distanza di lettura "da scaffale", è che il potenziale cliente non capisce nulla. Né il nome del produttore, né come si chiama il vino. Anche la denominazione in basso, Sforzato di Valtellina, è stata barrata, ma in modo più leggero, immaginiamo per rispettare i termini di legge. Infatti quella si riesce a leggere. Così come si leggerà benissimo e in modo non barrato il cartellino del prezzo, che tra l'altro non risulta certo modesto. Si sa, gli sbagli si pagano cari!