Setecàpita, Barbera d'Asti, Tenuta Santa Caterina.
Che bel nome Setecàpita! Abbiamo molte volte chiosato contro i nomi dialettali, avversi a chiunque non fosse "compaesano" del vino in questione, ma in questo caso dobbiamo fare un'eccezione. E l'eccezione è motivata: narra il sito del produttore che Setecàpita "è un omaggio a un contadino che per cinquant'anni ha coltivato questo vigneto e che aveva come interloquire "setecàpita" nel parlare della vita e del suo lavoro in campagna". Già la storia regge ed emoziona. Se poi consideriamo che ad una analisi semantica e di percezione di questo nome emerge un "sete" e un "capita", nel senso di dire che "la sete capita", aggiungiamo alternative di significato e altro spessore. Il tutto si sviluppa con simpatia, leggerezza, semplicità tutta contadina. L'originalità è assicurata, anche se si tratta di un nome lungo e composito, forse non facile da pronunciare, ma da ricordare sì, in quanto genera immagini e sensazioni. E questo dovrebbe sempre esser il "compito" di un buon nome, non solo quello di farsi leggere. Come amiamo dire spesso: "ogni vino ha una storia da raccontare". Lo deve fare. Lo deve a chi lo sceglie e per questo lo elegge ad essere protagonista di una serata, datore di emozione, della mente e nel corpo.