Questa volta si parla di visual e non direttamente di naming, visto anche che le etichette in questione di nomi non ne mostrano. Bottiglia con particolari in rilievo sul vetro, nome del produttore in bella evidenza (anche se in verticale, leggibilità compromessa) sul collo della bottiglia, look generale di tipo black-chic e soprattutto quel "logo" al centro del design di etichetta.
Un cerchio, di colori diversi per le varie tipologie di questo Prosecco (Cartizze, Extra Dry, Millesimato e Brut), intersecato da un "baffo grafico" che sembra un visto, una firma, di fatto un segno dinamico che apporta "movimento" alla visual. Questo segno (cerchio e "visto") ricorda molto il logo storico della Opel. E', nelle intenzioni dell'azienda, una stilizzazione delle colline di Valdobbiadene che viene utilizzata anche nel logo aziendale. Abbinata però a un cerchio diventa... Opel. Niente di male, direbbe qualcuno, i settori merceologici sono completamente diversi. Ma di queste "sfumature" è bene tenere conto: se ricorda Opel, distrae dall'etichetta stessa, porta la mente da un'altra parte. E se nell'immaginario percettivo del potenziale acquirente Opel non è marchio di pregio? E se il cliente potenziale è un fan di Ford? Insomma ci si può anche ridere sopra, ma con il packaging non si scherza!