RosaMara, Blend di Rossi, Costaripa.
Il produttore, di ottima notorietà, con le vigne sulle sponde assolate del lago di Garda, produce questo rosato da quattro vitigni: Groppello, Sangiovese, Marzemino e Barbera. Non discutiamo sulle scelte enologiche perché non è il nostro campo. Parliamo di etichette. Più precisamente di nomi. Questo rosato è stato denominato RosaMara. Le ragioni risiedono, a quanto si evince dal sito del produttore, negli aromi che il vino sprigiona: delicato di rosa (frutto della soffice spremitura "a goccia" del primo fiore, ma poi vengono utilizzate, per il 50%, delle barrique) con un fondo di mandorla amara. C'è anche da considerare che il nome presenta la M maiuscola di "Mara" che sconfessa la mandorla, dando l'impressione che si sia voluto omaggiare qualche gentil fanciulla. In ogni caso RosaMara offre un classico contrasto semantico tra la "dolcezza" della rosa e del suo profumo e la durezza dell'amaro e del suo aroma. Ad alcuni non piace il "fondo" amaro nel vino, ma a molti sì. Forse non è propriamente un carattere che ci si aspetta da un rosato, ma insomma il nome offre sfaccettature di significato e si distingue per originalità. Il design dell'etichetta è molto classico, equilibrato, non esce dal seminato. Insolita la collocazione di un breve "racconto" (storytelling dicono gli am(e)aricanti) sul fronte etichetta. Forma della bottiglia sinuosa. Voto 6+.