Può ingannare, lo stile di questa etichetta, molto romantico, dominato da un grande cuore rosso che a quel "Ben Ti Voglio" allude in modo nazional popolare. Ci sono codici visivi e quindi comunicativi che funzionano a livello universale. Pensate alla fetta di mercato di quei consumatori, lui o lei, che vogliono portare una bottiglia all'amato o all'amata per una cena romantica. Vedono il cuore e fanno bingo. Ma qui il significato del nome del vino è un altro. Nascosto, se non esplicitato (nel sito il produttore lo dice): "Dedicato a chi, tra il ‘400 ed il ‘500, ha fatto di Bologna una capitale mondiale di studio, arti ed economia, Giovanni Il Bentivoglio, ed ai degustatori più esigenti, cultori del Sauvignon di queste colline, sulle quali ha ricordi napoleonici". E quindi passiamo rapidamente dal "nazional popolare" al "nazional culturale". Ottimo, sfacciato e sfaccettato. Il nome in generale è di quelli che attira l'attenzione. Scoprire che dietro c'è anche qualcosa di storico è molto positivo. L'etichetta, furba, con il cuore, va bene anch'essa: attirare l'attenzione con dovizia di concept e con una "copertura" territoriale è sempre un'ottima idea. Una critica va a quella piccola esagerazione che ha spinto il creatore di questa etichetta ad evidenziare, nel nome BenTiVoglio, la "B" iniziale e la "O" finale (forse a sottolineare BO, Bologna), creando confusione in lettura.